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Nonostante in questi giorni non si faccia altro che sentire parlare di Smart working è bene fare un pò di chiarezza e rivelare che in realtà siamo tra gli ultimi in Europa per l’uso della modalità lavoro agile.

Infatti siamo solo  570mila lavoratori dipendenti che godono di flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro.  L’Italia è tra i paesi che utilizzano meno questo strumento in Europa con il 4,8% di persone che lavorano da casa. Il livello è lo stesso della Lettonia e sotto di noi  ci sono Romania, Bulgaria e Nord Macedonia. Cifre record, invece, si raggiungono nei Paesi Bassi e in Svezia: rispettivamente 35,7% e 34,7%. Mentre si sfiorano i 30% in Finlandia e il 20% in molti Paesi occidentali, come Regno Unito, Francia, Belgio, Austria.

«Nel 2019 lo Smart working non è solo una moda, è un cambiamento che risponde alle esigenze delle persone, delle organizzazioni e della società nel suo complesso, e come tale è un fenomeno inarrestabile. La dinamica con cui sta crescendo nel nostro Paese tuttavia, non è abbastanza veloce». È questo il parere di Mariano Corso, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Smart working della School of Management del Politecnico di Milano.

Si tratta di un cambio di prospettiva, con una maggiore flessibilità e autonomia nella scelta dell’orario e del luogo di lavoro che porta a vantaggi non solo professionali ma anche personali. Grazie a questa evoluzione del mondo del lavoro  è cambiata la modalità di vivere il lavoro stesso da parte delle persone. Ma attenzione ai lati negativi, quelli che più sottovalutiamo come lo stress tecnologico o una postura di lavoro errata.

 

Di questo e molto altro avremo modo di parlarne in maniera più approfondita nel

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valido per Lavoratori, Dirigenti, Preposti e Rspp/Aspp 

INFO:  elearning@safetyitalia.it – Dott.ssa Giulia Rosano